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SUR MES LEVRES Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 6 febbraio 2002
 
di Jacques Audiard, con Emmanuelle Devos, Vincent Cassel, Olivier Gourmet (Francia - Russia, 2001)
 

Quelle di SUR MES LEVRES sono le labbra che uniscono Carla (Emmanuelle Devos) al mondo: in quanto sorda, segretaria intristita e solitaria, decide che l'apprendista Paul (Vincent Cassel) diventerà il suo uomo, ma prima ancora d'incontrarlo. Obbligherà il furfantello a rubare dei documenti, unico sotterfugio per forzare i superiori a riconoscere i propri meriti. Prima di passare ad altro.


Ma il cinema di Jacques Audiard ( REGARDE LES HOMMES TOMBER, UN HEROS TRES DISCRET) è costruito sulla sorpresa: da commedia sociale, magnificamente intimista che era, il film si fa allora thriller, anche se non proprio ortodosso.. E sarà Paul ad utilizzare Carla: affinché - leggendo a distanza sulle labbra dei compari - l'aiuti ad impossessarsi del malloppo.


Film incostante, ed affascinante. Perché tra quei silenzi che il cinema ha ormai dimenticato di filmare (lei, senza la sua macchinetta, stacca la spina da tutta la meschineria che le sta attorno) e il solito fracasso (lui, esce di prigione coi debiti verso la mala), il verismo che potrebbe anche essere soltanto quello della tradizione nazionale più rosa, si spalanca in sciabolate improvvise sulla realtà più dura. Con una fisicità, una sensualità moltiplicata dal grigiore della situazione.


Certo, Audiard è mille volte più sensibile quando scende nell'intimo delle solitudini che nei meandri di un giallo un po' scassato. Ma l'interesse (proprio come nello Spike Lee della settimana scorsa) è tutto altrove. Poche volte il confronto spietato del mondo del lavoro con il perbenismo della sua cornice è stato reso con tanta efficacia; e le contraddizioni violente di due psicologie con altrettanta tensione emotiva. I due universi si attirano, e si respingono. La mensa coi tavolini di plastica degli impiegati; e la notte in discoteca. Le fantasie erotiche, riflesse negli specchi scrostati della camera. Ed uno straordinario rapporto intimo a distanza, tutto vissuto sulle labbra fino ad un vero e proprio orgasmo virtuale. La parabola è allora compiuta, dall'introspezione della impiegata squallida alla conquista della parola; da Cenerentola a Bonnie & Clyde. Non è che tutto fili via liscio: ma come non entrare in straordinaria intimità con due personaggi apparentemente fatti per chiudersi al mondo?


   Il film in Internet (Google)

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